Cerca nel blog

venerdì 11 ottobre 2013

I docenti lavorano poco?



Sembra uno strano mantra ripetuto a tutte le latitudini e in genere da quanti questo lavorano non lo svolgono ogni maledetta mattina con utenti a dir poco "non scolarizzati" ...

I docenti lavorano poco ...

Siccome, però, è uno stereotipo, che ha a che fare, proprio per sua natura, con l'insondabile inconscio sociale che ci agita e che decide al posto nostro quali debbano essere i punti "del fare" nell'agenda politica, anche in negativo s'intende, lo metto da parte, e rovescio la domanda:

I docenti lavorano poco?

Questa dovrebbe essere, a mio sommesso parere, "la" domanda che, infine, si sostanzia in un'altra, ben più materiale, ma importante ai fini esistenziali degli operatori in questo settore:

I docenti guadagnano a sufficienza?

Recentemente, Ichino è andato raccontando una sciocchezza che suonava più o meno così, e che manco a dirlo strizzava entrambi gli occhi al mantra precedente: "I docenti percepiscono poco perché lavorano poco" ...

Perché è una sciocchezza? Per il semplice fatto che si decontestualizzano dei dati per avallare una progettualità politica manco tanto nascosta, e consistente nel dequalificare, anche se a dirla tutta non se ne sente davvero il bisogno, specie agli occhi di utenti che già ci considerano "servi della gleba", il lavoro da noi diligentemente svolto ogni maledetta mattina. Ci dicono che dalle stime UE e dalle proiezioni OSCE il docente italiano lavora per un numero di ore ben al di sotto della media. Ragion per cui, appare scontata la conclusione finale: non può che guadagnare poco! A chi, però, lavora nel settore, questo ragionamento, che ormai ha conquistato i cuori dei più dei nostri rappresentanti parlamentari, suona non poco sinistro ...

Infatti, se desideriamo di più, dobbiamo lavorare di più ...

Ma lavorare di più, cosa significa per questo mestiere? Il problema dell'istruzione, pare ci dicano i nostri delegati assembleari, probabilmente gente che mai ha svolto in passato questo lavoro e che, ovviamente, si guarda bene dall'entrare in incognito in una normalissima classe del Regno per rendersi conto con i propri occhi cosa sia davvero questo lavoro, e di quanta energia richieda, e di quanto stress, umano e materiale, generi, è tutto nell'orario settimanale di servizio ...

Ergo, 25 ore  per le classi dell'infanzia, 22 ore settimanali per la primaria e 18 per la secondaria (art. 28 CCNL) sono poche ... se fossero almeno 40 cominceremmo ad adeguarci all'Europa!

Ma v'è un inghippo in tutto questo, un tranello infido ed occulto dietro tale ragionamento, apparentemente buono ... quale? Questo: un docente a 40 ore settimanali quanto dovrebbe essere retribuito? Infatti, quel che la parte datoriale ci dice è solo questo: "Lavori poco! Devi lavorare di più!" ...

Bene, e con quale stipendio?

Anche l'attuale contrattazione ministeriale relativa al rinnovo del contratto, scaduto nel 2009 e non più rinnovato, verte esclusivamente sulla parte normativa, sulla discussione inerente ai carichi di lavoro, ma non si mette sul piatto non un solo euro lordo in più ...

Si potrebbe pensare che data la ristrettezza economica, il Governo non se la senta di promettere quanto non può mantenere, ma che rinnovo contrattuale è se restiamo fermi alle posizioni stipendiali concordate nel 2006? Da allora son già passati sette anni e se consideriamo un rincaro medio del costo della vita del 2% annuo, vedete come il valore dello stipendio del docente sia diminuito del 15% ...

... e qui si parla solo dell'orario settimanale di servizio, e non delle ore gratuite elargite a titolo individuale per tutte le attività funzionali all'insegnamento che il docente deve svolgere a casa perché non può fare altrimenti, dato che, revisione della spesa appesa sul collo delle istituzioni scolastiche, il suo "ufficio" di lavoro non garantisce più né supporti digitali né supporti materiali per l'effettuazione dell'offerta formativa ... dove correggere i compiti? E quando? E come preparare le lezioni? E dove? E dove trovare gli strumenti digitali opportuni? E quando? E così via ...

E lasciamo stare il discorso formazione in servizio perché faremmo notte!

Quindi lavora poco, allora è legittimo che guadagni poco.

Ma se lo facciamo lavorare di più, è legittimo che prenda altrettanto di ora?

Il cavallo di Troia della valutazione scolastica, infatti, è funzionale a questa retorica: non aumentiamo di un centesimo la spesa corrente, ma distribuiamo non più "a pioggia", vale a dire indistintamente, le risorse attuali, e diamo qualcosina in più a pochi e tanto meno a tutti gli altri ...

Così, futuribili assetti organizzativi, peraltro pensati e voluti "dall'esterno", pensano solo a giustificare pesanti aumenti dell'orario di servizio senza però concedere nulla dal punto di vista retributivo ...

Il tono sempre più imperativo al riguardo esprime forse un epocale cambiamento di prospettiva sull'istruzione: settore strategico, ma non per il futuro del Paese, ma perché consente il risparmio di risorse con operatori che tirano il carretto a qualsiasi condizione e senza rifiutarsi in blocco di farlo ancora ... se ci aggiungiamo che le classi sono ormai ingestibili, diventa chiaro che la scuola italiana sia più un'agenzia pubblica di baby sitting che luogo di formazione e promozione umane ...

Ma veniamo alle tasche dei docenti ...

Sulla base dell'orario previsto all'art. 28 del defunto contratto (innovato in parte ed unilateralmente in questi anni nel senso di una progressiva riduzione dei diritti di quanti lavorano a scuola ...), i docenti italiani prendono rispettivamente, udite gente:

docente scuola infanzia e primaria: € 19324,27 su dodici mensilità;
docente scuola secondaria primo grado: € 20973,22 su dodici mensilità;
docente scuola secondaria secondo grado: € 20973,22 su dodici mensilità.

Ora facciamo due conti e ci accorgiamo che lo stipendio lordo mensile di un docente alla posizione più bassa, inizio carriera (condizione che sostanzialmente accompagna il docente per gran parte della sua vita professionale ...), è di

docente scuola infanzia e primaria: € 1610,35
docente scuola secondaria primo grado: € 1747,76
docente scuola secondaria secondo grado: € 1747,76

Se poi consideriamo che comunque un docente paga le ritenute IRPEF direttamente "alla fonte" e deve anche contribuire (di tasca propria), sempre "alla fonte", alla costituzione dei suo TFR, su questi emolumenti, riceverà tramite bonifico bancario una cifra molto al di sotto. Di quanto? Prendiamo il mio caso ...

Posizione iniziale,

pago lo 0,350% su quota 100 per il Fondo credito;
pago il 2,50 % su quota 80 per il TFR;
pago lo 8,800 su quota 100 come contributo INPDAP;
aliquota IRPEF compresa tra il 24,170 e il 27% su un imponibile pari al 70% della retribuzione lorda;

risultato:

€ 211,33 se ne vanno "alla fonte" come totale delle ritenute previdenziali (ma li rivedrò mai un giorno sotto forma pensionistica?);
€ 347,59 se ne vanno come ritenute IRPEF.

Tutto finisce qui? Ovviamente, no.

In genere, bisogna aggiungervi:

addizionali IRPEF, regionale e comunale, acconto e saldo, che mensilmente (per nove mesi l'anno), per tutto l'anno solare 2013, ammontano a € 57,45;
eventuale contribuzione a Fondo pensionistico complementare (per il discorso della pensione a fine carriera o, se si preferisce, fine vita, data l'irritante retorica della long life ...), nel mio caso pari al 5% della retribuzione lorda, quindi altri € 96,25 se ne ve vanno alla fonte ...

Finiamo adesso i nostri calcoli ... quanto è il totale delle trattenute in busta paga? € 667,98 ...
Quant'era il lodo? ... € 1964,67 (allo stipendio tabellare su dodici mensilità vanno aggiunte altre mance come la IIS conglobata, eventuali assegni familiari per prole, la voce retribuzione professionale docenti, l'indennità da vacanza contrattuale cui fa da contraltare un aumento progressivo della tassazione che ometto per privacy ...) ...
Quanto resta al mese? ... € 1336,48 ...

Molto? Ogni valutazione in merito, però, andrebbe rapportata a cosa significa davvero svolgere questo lavoro ... e non pretendere al contrario di moralizzare ...

Ergo, un qualsiasi ministro della Repubblica, e segnatamente quello dell'economia, oltre ovviamente a quello competente in materia, andrebbe catapultato direttamente dentro una qualsiasi classe prima di un nido, o di primaria, o seconda delle medie o prima di un professionale, anche solo per un'ora e solo dopo dovrebbe dire se quel totale netto è molto ...

Diciamoci la verità, a ben guardare è una miseria, uno stipendio da fame, uno stipendio ridicolo, ma chi ragiona astrattamente in termini di carichi di lavoro non solo non ha idea di cosa sia oggi questo mestiere ma nemmeno vuol saperlo perché ha a cuore un altro obiettivo (far quadrare i conti gravando tutto il peso sull'istruzione) ...

Volete sapere qual è? Giochiamo tutto sulla disperazione della gente ed assecondiamo l'adagio popolare secondo il quale "mal comune, mezzo gaudio" in modo tale da peggiorare le condizioni di tutti anziché provare ad elevare lo standard ...

Si tratta di un adagio profondamente ipocrita che risponde al desiderio di vedere rovinati gli altri, ma è cieco perché non consente di rendersi conto che nel frattempo anche noi siamo rovinati ...

Mal comune, infatti, è solo mal comune ...

Sul masochismo del personale, comunque, mi riservo di tornare ...

E questo è tutto gente!


(immagine tratta da: http://www.ceisroma.it/upgrade/wp-content/uploads/2012/07/docente-comandato-comunita-terapeutiche-droga.jpg)



Nessun commento:

Posta un commento

Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?